fili invisibili
che ci legano
a chi
ha condiviso
con noi
in intimità
gran parte
della nostra vita.
Penso a te, Gianmaria,
a quali sensazioni profonde
sono rimaste,
a mia insaputa,
dentro di me
dopo i nove mesi
trascorsi
nella calda oscurità
del ventre materno.
Penso a te, Franco,
ai fili invisibili
che si sono radicati
tra noi,
nel bene e nel male,
nei quarant'anni
di vita insieme.
E ora,
nonostante
la mia libertà,
sono
veramente sola,
dentro e fuori
di me.
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